in lotta per sopravvivere
Presidio
Mercoledì 14 Luglio 2010, Ore 17.00
Piazza Venezia, Roma
Un sequestro blocca l’esperienza di Tor Cervara a Roma, due anni per l’auto-recupero di uno spazio urbano degradato e per l’avvio di un progetto di agricoltura e zootecnia da parte di famiglie che versano in stato di indigenza.
Questo importante laboratorio sociale, definito unanimemente esempio e “buona prassi” da replicare per creare posti di lavoro in tempo di crisi, rischia di bloccarsi per la lentezza e i numerosi ostacoli frapposti dall’Amministrazione.
Da circa due anni, dieci persone, immigrate ed italiane, hanno occupato un terreno in disuso da anni, bonificandolo ed avviandovi con successo la coltivazione di alcuni orti urbani, l’allevamento di animali da cortile, l’organizzazione di visite ecologiche e corsi di semina per bambini ed associazioni. Nel mese di Marzo, le attività sono state bloccate attraverso il sequestro, da parte dell’Amministrazione, degli orti e degli animali (pecore, anatre, polli, oche, faraone, ecc), e con la chiusura, da parte dell’Acea, dell’acqua cui avevano accesso.
Nonostante questo, i lavoratori non si sono piegati, continuando ad irrigare, con i secchi, i loro piccoli orti di pomodori e le verdure di stagione. Mentre la natura, che non segue i tempi della politica, continua a fare il suo corso: gli animali continuano a partorire agnelli e pulcini, e la produzione di uova è aumentata di 600 unità.
Da Tor Cervara i protagonisti di questa esperienza, i disoccupati e gli animali, si sposteranno in presidio al centro di Roma e raggiungeranno l’Amministrazione, per chiederle: cosa dobbiamo fare di questi pulcini e agnelli nati durante il sequestro, a chi appartengono? Le uova e le verdure che sono state prodotte possono essere vendute o mangiate? Ve le possiamo regalare?
Per uscire dalla cosiddetta illegalità, abbiamo proposto all’Amministrazione di aprire un confronto con l’eventuale proprietario del terreno bonificato, mostrandoci disponibili a pagare anche un affitto della terra, una volta in disuso. Ma nessuno è stato in grado di fornirci una risposta concreta.
Per questo motivo, ci rivolgiamo adesso alla stampa e alla tv, per chiedere di sostenere la nostra iniziativa e di spingere l’Amministrazione a sanare quanto prima la situazione attuale.
Allo stesso tempo, chiediamo all’Amministrazione di mantenere la parola data ed adoperarsi concretamente con un intervento abitativo in favore del marito di Mary Begum, la donna bangladese morta tragicamente con suo figlio a seguito del rogo in via Buonarroti, in attesa da oltre tre anni di una risposta da parte delle autorità.
Inoltre, chiediamo all’Amministrazione di contribuire a non rendere sempre più farraginosa la già complessa procedura di regolarizzazione in favore di colf e badanti. L’esistenza di contratti di affitto regolarmente registrati, infatti, affiancati dalla dichiarazione del proprietario dello stabile relativa alla regolarità urbanistica e catastale dello stesso, o l’accertamento dell’abitabilità di un immobile, da parte del Comune di Roma, dovrebbero essere di per sé sufficienti a ritenere soddisfatti i requisiti abitativi previsti dalla procedura di regolarizzazione, senza la complicazione di dover invece fornire ulteriori documenti (atto di proprietà, misura catastale, ecc), per il rilascio del certificato di idoneità alloggiativa.
Saranno questi i tre punti, che una delegazione di manifestanti sottoporrà all’incontro, richiesto al Sindaco di Roma in occasione del presidio.
Info: Associazione Dhuumcatu, Via Bixio 12, Roma, Tel.0644361830, Fax. 0644703448.
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