Nel mese di luglio del 2007 imponenti alluvioni hanno colpito il Bangladesh e nel mese di novembre un nuovo ciclone ha aggravato le gia’ difficili condizioni di vita della popolazione e provocando più di 30.000 morti, con 8 milioni di persone senza tetto, senza cibo, senza medicinali e senza generi di prima necessità.
Sono migliaia i lavoratori del Bangladesh che si trovano in Italia alla ricerca di un lavoro per vivere in migliori condizioni. Infatti, oltre alla catastrofe subita per il passaggio del ciclone, il Bangladesh "subisce" un’altra "calamità", ma questa volta di natura politica: da oltre un anno non c’è in quel Paese un governo democraticamente eletto ed è vietata ogni attività politica che vada contro gli interessi dello stesso.
Dal 20 dicembre 2007 come lavoratori del Bangladesh siamo in mobilitazione, il 9 gennaio abbiamo manifestato in più di 6 mila per le strade di Roma, a da quel giorno siamo in presidio permanente davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano per richiedere un permesso di soggiorno umanitario per i motivi prima elencati. Tanti lavoratori bengalesi che vivono in Italia hanno lasciato moglie, marito, figli, famiglia..., per tentare di aiutarli dall’ estero con il proprio lavoro. Oggi in tanti hanno perso i propri parenti e famiglie, oltre alla propria casa, rasa al suolo a causa del ciclone.
Ci siamo rivolti alle istituzioni governative per avere quello che rivendichiamo come un diritto. Ma fino ad oggi, nessuna risposta in questo senso.
Questa lotta ha aperto una discussione molto importante fra i lavoratori immigrati di diverse nazionalità, cioè la necessità dell’unità di tutti gli immigrati come lavoratori. Siamo nati e cresciuti in diversi continenti, realtà, culture… ma siamo sempre stati sfruttati dalle stesse multinazionali, padroni, ecc., e questa condizione di appartenenza alla stessa classe lavoratrice ci unisce e salda insolubilmente tra di noi. E così, per gli stessi motivi, ci unisce anche ai lavoratori italiani, o ai lavoratori nativi dei Paesi dove viviamo. Se uno di Noi lotta per i suoi diritti, la sua lotta inevitabilmente diventa la nostra, quella di tutti, perché se Lui vince (e dobbiamo sostenerlo attivamente perché questo accada) vinciamo tutti, ma se perde perdiamo anche noi perchè saremo più deboli ed esposti agli attacchi dei padroni, che se ne approfitteranno della sconfitta per sferrare altri attacchi contro le nostre conquiste e così aumentare i propri guadagni e dividerci ulteriormente.
E’ necessario che a questa lotta si uniscano i lavoratori italiani e le altre comunità di lavoratori immigrati, per dare più forza alle nostre richieste e perché il permesso di soggiorno a fini umanitari diventi permesso di soggiorno per tutti. I diritti dei lavoratori italiani potranno essere salvaguardati soltanto se i lavoratori immigrati usciranno dalla clandestinità e dalla illegalità.
Il giorno lunedì 28 gennaio 2008 alle ore 17.00 nella piazza di fronte alla Basilica di San Giovanni in Laterano avrà luogo una Assemblea Cittadina che informerà tutti i presenti sullo stato della lotta portata avanti dai lavoratori immigrati bengalesi. Se fino a quel giorno non avremo avuto una risposta soddisfacente da parte delle autorità governative in relazione alla richiesta di un permesso di soggiorno umanitario, continueremo la lotta del presidio permanente con uno sciopero della fame fino ad ottenere le nostre richieste.
Chiamiamo tutte le forze politiche, sindacali e sociali che si richiamano democratiche, antirazziste e che sostengono di difendere i diritti dei Lavoratori a essere presenti e portare il proprio sostegno e solidarietà aiutandoci a continuare ad organizzare la lotta insieme.
Sono migliaia i lavoratori del Bangladesh che si trovano in Italia alla ricerca di un lavoro per vivere in migliori condizioni. Infatti, oltre alla catastrofe subita per il passaggio del ciclone, il Bangladesh "subisce" un’altra "calamità", ma questa volta di natura politica: da oltre un anno non c’è in quel Paese un governo democraticamente eletto ed è vietata ogni attività politica che vada contro gli interessi dello stesso.
Dal 20 dicembre 2007 come lavoratori del Bangladesh siamo in mobilitazione, il 9 gennaio abbiamo manifestato in più di 6 mila per le strade di Roma, a da quel giorno siamo in presidio permanente davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano per richiedere un permesso di soggiorno umanitario per i motivi prima elencati. Tanti lavoratori bengalesi che vivono in Italia hanno lasciato moglie, marito, figli, famiglia..., per tentare di aiutarli dall’ estero con il proprio lavoro. Oggi in tanti hanno perso i propri parenti e famiglie, oltre alla propria casa, rasa al suolo a causa del ciclone.
Ci siamo rivolti alle istituzioni governative per avere quello che rivendichiamo come un diritto. Ma fino ad oggi, nessuna risposta in questo senso.
Questa lotta ha aperto una discussione molto importante fra i lavoratori immigrati di diverse nazionalità, cioè la necessità dell’unità di tutti gli immigrati come lavoratori. Siamo nati e cresciuti in diversi continenti, realtà, culture… ma siamo sempre stati sfruttati dalle stesse multinazionali, padroni, ecc., e questa condizione di appartenenza alla stessa classe lavoratrice ci unisce e salda insolubilmente tra di noi. E così, per gli stessi motivi, ci unisce anche ai lavoratori italiani, o ai lavoratori nativi dei Paesi dove viviamo. Se uno di Noi lotta per i suoi diritti, la sua lotta inevitabilmente diventa la nostra, quella di tutti, perché se Lui vince (e dobbiamo sostenerlo attivamente perché questo accada) vinciamo tutti, ma se perde perdiamo anche noi perchè saremo più deboli ed esposti agli attacchi dei padroni, che se ne approfitteranno della sconfitta per sferrare altri attacchi contro le nostre conquiste e così aumentare i propri guadagni e dividerci ulteriormente.
E’ necessario che a questa lotta si uniscano i lavoratori italiani e le altre comunità di lavoratori immigrati, per dare più forza alle nostre richieste e perché il permesso di soggiorno a fini umanitari diventi permesso di soggiorno per tutti. I diritti dei lavoratori italiani potranno essere salvaguardati soltanto se i lavoratori immigrati usciranno dalla clandestinità e dalla illegalità.
Il giorno lunedì 28 gennaio 2008 alle ore 17.00 nella piazza di fronte alla Basilica di San Giovanni in Laterano avrà luogo una Assemblea Cittadina che informerà tutti i presenti sullo stato della lotta portata avanti dai lavoratori immigrati bengalesi. Se fino a quel giorno non avremo avuto una risposta soddisfacente da parte delle autorità governative in relazione alla richiesta di un permesso di soggiorno umanitario, continueremo la lotta del presidio permanente con uno sciopero della fame fino ad ottenere le nostre richieste.
Chiamiamo tutte le forze politiche, sindacali e sociali che si richiamano democratiche, antirazziste e che sostengono di difendere i diritti dei Lavoratori a essere presenti e portare il proprio sostegno e solidarietà aiutandoci a continuare ad organizzare la lotta insieme.
Permesso di soggiorno umanitario subito!
Permesso di soggiorno per tutti!
Unità di tutti i lavoratori, immigrati ed italiani!
Comitato Immigrati in Italia
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