Comunicato Stampa
Come certamente saprete sono in corso le procedure per l’Emersione del lavoro irregolare nelle attività di assistenza e di sostegno alle famiglie, ai sensi della legge 3 Agosto 2009, n. 102, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali. Sino al 16 Settembre, le domande pervenute al portale del Ministero dell’Interno sono al 94.122 - solo il 10% delle lavoratrici e dei lavoratori privi di permesso di soggiorno - un numero indicativo di un meccanismo che sta risultando farraginoso e fallimentare.
Come individuato sin dall’inizio dalle associazioni che operano nel settore, i principali punti di criticità sono i seguenti:
il requisito del reddito, ammontante a 20 mila Euro, nettamente più elevato del reddito italiano medio, stimato secondo l’OCSE a 13 mila. Un secondo problema è legato all’assenza di strumenti da parte del lavoratore di verificare che il datore sia in possesso dei requisiti di reddito. Risultano numerose segnalazioni di datori di lavoro, che per non stipulare il contratto, stiano dichiarando redditi inferiori al proprio lavoratore o falsamente di raggiungere il tetto di reddito richiesto in maniera da far perdurare condizioni di sfruttamento lavorativo;
l’assenza nella norma di uno strumento a tutela del lavoratore che, dinanzi al diniego del datore di lavoro di procedere alla stipula del contratto, voglia ricorrere alla denuncia o all’autocertificazione del rapporto di lavoro ai fini della regolarizzazione;
la tipologia di lavoratori a cui si rivolge l’emersione, unicamente solo al 15% dei lavoratori immigrati, che sono impiegati nel settore dell’assistenza familiare, che di fatto esclude automaticamente tutte le altre tipologie lavorative in cui opera oggi in Italia la manodopera straniera (edilizia, agricoltura, terziario, etc). Oltre al problema della discriminazione delle diverse tipologie di impiego, non può sfuggire la questione legata alle forme contrattuali, delle quali il provvedimento esclude i lavoratori autonomi e parasubordinati.
l’impossibilità per tutte le organizzazioni impegnante nel Terzo settore nell’assistenza familiare (riconciliazioni di rapporti coniugali, mediazione familiare, accompagnamento di minori ad asili e istituti scolastici, etc.) di stipulare il contratto con i propri lavoratori.
Alla luce della gravità della situazione e dello stato di precarietà in cui vivono i migranti, alla costante ricerca di modalità di regolarizzazione che aggirino i requisiti richiesti, si sta verificando un diffuso mercato abusivo, in cui il costo della domanda di sanatoria arriva fino a 7 mila Euro.
Gentile Onorevole, Le chiediamo di attivarsi affinché il governo si impegni quanto prima a correggere la norma, abolendo i requisiti del reddito, estendendo a tutti i settori lavorativi la possibilità dell’emersione e, infine, prorogando i termini di scadenza della presentazione delle domande, al momento fissato al 30 Settembre ’09.
Al fine di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, partirà dal 22 Settembre ’09, con un presidio che si terrà alle ore 18.00 a P.za Esqulino a Roma, una campagna di iniziative e mobilitazioni, alla quale ci auguriamo Lei vorrà aderire.
Roma, 21 Settembre ’09.
Distinti saluti
CII - Comitato Immigrati in Italia
Tel. 0644361830, Fax. 0644703448 Mobile 3398127020, 3479250741
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